GRUPPO DI LAVORO SUI TROPPI COMANDI DI DIREZIONE CONTROLLO DELLA GUARDIA DI FINANZA”, PRESENTATO IL RICORSO AL T.A.R. CONTRO IL DINIEGO DEL COMANDO GENERALE SUGLI IMPIEGHI DELLE RISORSE UMANE NEGLI ANNI 2015-2017 (22 novembre 2018)
È stato presentato oggi al TAR del Lazio il ricorso (scaricabile DA QUI) contro il provvedimento di diniego con cui il Comando Generale della Guardia di Finanza ha rifiutato di comunicare all’Avvocato Fortuna e all’Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà le quantità di ore/persona impiegate dal Corpo negli anni 2015, 2016 e 2017 distinte tra “reparti di direzione controllo” e “reparti di esecuzione del servizio”: numeri che se resi noti potrebbero, secondo l’Amministrazione, recare <<un pregiudizio concreto e attuale alla sicurezza nazionale … alla difesa e alle questioni militari>>.
Ma, come spiegato nel ricorso, stiamo parlando di ore/persona aggregate per macrotipologie di reparti, riguardanti anni completamente trascorsi e – ciò che più conta – da rappresentare in modo unico aggregato per tutti gli attuali 625 Comandi di esecuzione del servizio posti sull’intero territorio nazionale (Nuclei di Polizia Tributaria, Nuclei Speciali, Gruppi, Reparti Operativi minori, Stazioni Navali, Sezioni Operative Navali e Sezioni Aeree) e in modo unico e aggregato per tutte le sette missioni istituzionali assegnate al Corpo (Segmento Entrate, Segmento Uscite, Segmento Mercato dei Capitali, Segmento Mercato dei Beni e Servizi, Segmento Sicurezza, Segmento Difesa, Segmento Servizi a richiesta, Segmento Attività trasversali a più segmenti).
I dati consentiranno all’Associazione Ficiesse di proporre modifiche alla struttura organizzativa del Corpo nel senso indicato, fin dal 1997, dal “Progetto Efficienza Guardia di Finanza”, piano strategico per l’innovazione del Comando Generale del Corpo redatto vent’anni or sono nella logica della gestione per obiettivi (scaricabile DA QUI), il quale, ad esempio, a pagina 8 così si esprime: <<(…) le organizzazioni inclini all’efficienza tendono ad “APPIATTIRSI”, ad adottare, cioè, strutture nelle quali i livelli gerarchici siano nel numero più basso possibile, al di sotto del quale non si può scendere senza pregiudicare le funzioni essenziali della gestione e la qualità della produzione (…) è chiaro, inoltre, che le scelte che si sono dimostrate adeguate in un determinato momento storico possono dimostrarsi superate in un momento successivo, magari perché è cambiato il contesto esterno, anche normativo, oppure perché la risorsa umana ha subito variazioni quantitative o qualitative, o perché si sono rese disponibili nuove e più evolute tecnologie. Di qui l’esigenza che il vertice di interroghi continuamente sull’adeguatezza della struttura per verificarne l’attualità e la capacità “intrinseca” di generare efficienza>>.
In merito, però, come più volte evidenziato dall’Associazione, la Guardia di Finanza è attualmente strutturata su quattro livelli “di direzione e controllo” e fino a due livelli “di esecuzione del servizio”. I primi rappresentati dal Comando generale, dai Comandi interregionali, dai Comandi regionali e dai Comandi Provinciali, i livelli di esecuzione del servizio dai Gruppi, dai Nuclei di polizia economico-finanziaria, dalla Compagnie, dalle Tenenze e dalle Brigate.
Tutto questo, mentre la Polizia di Stato di livelli ne ha complessivamente tre: uno nazionale di direzione e controllo “puro”, rappresentato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, uno “misto” di direzione e controllo e di esecuzione del servizio, rappresentato dalle Questure provinciali, e uno “puro” di esecuzione rappresentato dai Commissariati.
La soluzione su due livelli non appare raggiungibile per le Fiamme Gialle per ragioni che in questa sede non possiamo indicare, ma riteniamo possibile introdurre in tempi relativamente brevi:
- l’eliminazione di tutti gli attuali Comandi regionali;
- l’attribuzione delle loro funzioni di direzione e controllo ai superiori Comandi interregionali (con le relative economie di scala) retti da generali di corpo d’armata;
- Comandi provinciali retti da generali/colonnelli in ragione del rilievo socioeconomico dei territori;
- la trasformazione degli attuali reparti di esecuzione del servizio (Gruppi, Compagnie, Tenenze e Brigate) in Nuclei territoriali di polizia economico-finanziaria posti su un unico livello dipendente dai Comandi provinciali e retti da ufficiali superiori, ufficiali inferiori e luogotenenti in ragione del rilievo socioeconomico dei territori;
- la riduzione, a regime, delle risorse umane impiegate in attività di funzionamento di percentuali stimabili intorno al 20% con loro riallocazione in attività di produzione diretta dei servizi istituzionali, previa riqualificazione;
- orientamento delle risorse umane così recuperate verso: a) il conseguimento di obiettivi numerici annuali di prevenzione, e non più di sola “repressione”, dell’evasione fiscale misurati sugli esatti andamenti (outcome) dei tax-gap – OGGI DISPONIBILI – per settori economici che caratterizzano ciascun singolo territorio;
- b) azioni di stimolo alla diffusione della cultura e della pratica della legalità fiscale sui territori da parte di cittadini e imprese; c) azioni di stimolo alla diffusione della cultura dell’efficienza, della produttività e del “merito sostanziale” da parte delle pubbliche amministrazioni centrali e locali.